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Dentisti, in prima fila per rischi ma ultimi per i vaccini

Odontoiatria Redazione DottNet | 04/02/2021 20:59

Landi (Sidp), giusto dare alla categoria un accesso prioritario

 "Odontoiatri e igienisti dentali sono in prima fila per il rischio Covid, ma in ultima fila per quanto riguarda l'accesso ai vaccini". A stigmatizzare la scelta di non inserire i professionisti della salute orale nelle categorie di chi avrà accesso prioritario al vaccino è il direttivo della Società Italiana di Parodontologia e implantologia (Sidp), che si unisce oggi all'appello della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo).  Viste le caratteristiche della loro professione, anche l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha individuato igienisti e odontoiatri tra le principali categorie a rischio per la trasmissione del Sars-Cov-2. Per questo, "abbiamo trovato sorprendente la scelta di non inserirli tra quelli che avranno un accesso prioritario alla vaccinazione", commenta Luca Landi, presidente Sidp. "Ci siamo attrezzati per adottare procedure che rendono sicuri gli studi dentistici, ma vediamo un gran numero di pazienti ogni giorno e siamo a strettissimo contatto con loro anche per tempi lunghi.

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Non riconoscere una priorità a questa categoria di operatori sanitari vuol dire dimenticarsi il settore della salute della bocca, quando invece studi scientifici evidenziano come questa sia strettamente collegata alla salute di tutto l'organismo e persino alla gravità dei sintomi del Covid-19".  Dalla Sidp arriva quindi un apprezzamento all'appello del presidente della Fnomceo Filippo Anelli. "Come lui - aggiunge Landi - riteniamo che vaccinare solo gli operatori sanitari che lavorano in ambito pubblico o convenzionato significhi fare inique distinzioni tra chi lavora quotidianamente sul campo, e escluderebbe a priori gli odontoiatri che lavorano per oltre il 90% nel privato". Urge quindi per la Sidp, "riaggiornare il piano vaccinale e assicurare un recepimento omogeneo a livello regionale. Vaccinare i dentisti - conclude - proteggerebbe loro stessi, consentendogli di continuare a garantire cure fondamentali ma darebbe anche maggio senso di sicurezza ai pazienti. Non farlo sarebbe miope".

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